sabato 25 febbraio 2012

Caso Mills, Berlusconi prosciolto per intervenuta prescrizione


Silvio Berlusconi è stato prosciolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari al processo Mills perché il reato si è estinto per intervenuta prescrizione. E' questo il verdetto letto dai giudici milanesi dopo circa tre ore di camera di consiglio.
Il Tribunale ha messo la parola fine ad un caso giudiziario che durava da dieci anni ma la sentenza non piace a nessuno. Non piace alla difesa che a lungo ha chiesto per l'ex premier l'assoluzione nel merito, per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste, e non piace alla Procura che chiedeva una condanna a 5 anni affermando che il reato si sarebbe prescritto solo a fine maggio o, al massimo, entro la metà di luglio.

Piaccia o non piaccia, il collegio presieduto da Francesca Vitale ha chiuso il caso dichiarando la prescrizione davanti ad una vera e propria folla di telecamere e giornalisti, con in prima fila 'Russia 1' e altre testate straniere, a stento trattenute dalle forze dell'ordine. Non dice nulla il pm Fabio De Pasquale, visibilmente contrariato dal dispositivo. Non è escluso che il magistrato ricorrerà in appello.

E non dicono praticamente nulla nemmeno i difensori dell'ex premier: un verdetto di prescrizione significa che i giudici non hanno ravvisato elementi per poter pronunciare una sentenza di assoluzione ed è come se affermassero che Berlusconi effettivamente ha corrotto David Mills, ma ormai è passato troppo tempo per giudicarlo. Quella del Tribunale, però, era la soluzione più attesa. Qualche segnale che il collegio avesse ormai raggiunto una decisione lo si è avuto anche in mattinata quando, nel corso dell'arringa dell'avvocato Piero Longo, il giudice Vitale aveva sospeso una ventina di minuti i 'lavori' "perché il bar al sabato chiude alle 12".

Anche i tempi annunciati per la fine della camera di consiglio dai giudici sono stati indicativi: 'solo' due ore e mezza. Quali siano i motivi che hanno spinto i tre giudici a scegliere la strada della prescrizione li si conosceranno solo tra tre mesi.

'Troppo tempo', riflette più di un interlocutore in Procura: con un deposito più celere, è il ragionamento, il pm avrebbe potuto sperare in un sicuro ricorso in appello posto che per l'accusa, appunto, la prescrizione scatta tra fine maggio e metà luglio. Ma se le motivazioni, necessarie per proporre appello, non saranno depositate che al 25 maggio, ogni previsione di secondo giudizio viene meno.

Non va meglio per la difesa. "Una sentenza così la impugno tutta la vita" ha detto a bassa voce, scuro in volto, l'avvocato Piero Longo prima di lasciare l'aula della Corte d'Assise da un'uscita laterale per evitare la 'folla' dei media. Per Piero Longo, inoltre, "una prescrizione a Milano per Silvio Berlusconi è un successo tanto che gli avversari politici parleranno di scandalo". La difesa di Berlusconi ricorrerà in appello ha dichiarato Niccolò Ghedini che, lontano dall'aula, afferma di avere "l'auspicio di un'assoluzione piena perché Berlusconi se la merita".
Prescrizione, dunque. Rarissimamente, e a Milano è forse la prima volta, una sentenza si conclude con la dichiarazione dell'intervenuta prescrizione. Del resto non avevano altra scelta: se anche avessero voluto 'chiudere' i lavori prima, non avrebbero potuto farlo perché erano 'sotto' la ricusazione presentata da Berlusconi. Ricusazione che impedisce ai Tribunali di arrivare al verdetto finale, qualunque esso sia. Stando agli annunci, comunque, il 'caso Mills' farà ancora discutere. E' solo questione di tempo.

Tantissime le reazioni. ''Oggi è una giornata importante - sottolinea Sandro Bondi, coordinatore del Pdl - Una condanna che sembrava già scritta non è stata emessa, e i giudici hanno dato torto alle accuse e alle richieste del pubblico ministero. Vuol dire che permane un minimo di equilibrio fra l'accusa e la difesa, che, pur non evitando un lungo e inspiegabile accanimento contro una persona, pur tuttavia ha evitato una possibile conclusione che sarebbe stata assurda e inaccettabile, prima ancora che ingiusta''.

Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, lancia una crociata per allontanare i magistrati che ''negano l'evidenza del diritto''. ''Quel che è grave è che ci siano magistrati che hanno negato l'evidenza sulla prescrizione - afferma - Questa gente deve essere allontanata dalla magistratura''. E annuncia che assumerà ''iniziative in tal senso perché è incompatibile con la certezza del diritto l'appartenenza alla magistratura di chi nega l'evidenza del diritto e del calendario. Allontanare questa gente è un dovere per garantire i principi della Costituzione. Ne faremo una crociata''. Poi rincara: il pm De Pasquale si è ''dimostrato inattendibile, non può continuare a fare il magistrato''.

Sul pm si concentrano anche le dichiarazioni del presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. ''Il collegio giudicante ha dovuto rispettare la legge, malgrado la sollecitazione del pm, il ben noto De Pasquale, il quale ha cercato in ogni modo di ignorare i tempi della prescrizione che erano certi e ben precisi - rimarca - E' stata evitata la condanna di un innocente anche se in tutti questi anni Berlusconi è stato scientificamente attaccato sul piano giudiziario dai settori politicizzati della magistratura''.
Di diverso tenore i commenti che arrivano da Pd e Idv. ''A furia di leggi ad personam e di fantomatici legittimi impedimenti siamo al paradosso dell'esistenza di un corrotto senza corruttore - dice Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera - Non voglio commentare ulteriormente questa sentenza, mi auguro però che sia da stimolo per riformare il nostro sistema penale''. ''Come ha recentemente dichiarato il vicepresidente del Csm, la prescrizione di un reato di corruzione è sempre una sconfitta per lo Stato, chiunque sia l'imputato. Oggi lo Stato ha perso'', conclude Ferranti.

A lei replica Daniele Capezzone. "Leggo le dichiarazioni dell'onorevole Ferranti, e penso che certa sinistra non cambia mai. Il mix di giustizialismo, mancanza di sensibilità liberale e ossessione antiberlusconiana richiederà molto tempo perché, a sinistra, torni un approccio normale e di buon senso ai temi della giustizia" dichiara il portavoce del Pdl.

A intervenire è anche il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. ''Ancora una volta la prescrizione salva Berlusconi dalle sue responsabilità. Resta, però, il fatto obiettivo che i giudici, anche in esito al dibattimento, non hanno potuto procedere all'assoluzione 'per non aver commesso il fatto' perché, evidentemente, il fatto l'ha commesso eccome" osserva Di Pietro. "Solo che, anche oggi, come altre volte, tra un rinvio e l'altro, Berlusconi è riuscito a tirarla così alla lunga da scamparla. Un comportamento, questo, che di regola appartiene ai delinquenti comuni ma, in questo caso, prendiamo atto che si tratta di una persona che era presidente del Consiglio e che si adoperava anche per far fare leggi che riducessero i tempi della prescrizione'', conclude il leader Idv.

Sempre dall'Idv il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo in commissione Giustizia di Palazzo Madama, sottolinea che ''l'unica cosa che non può dirsi è che Berlusconi è innocente: il reato c'è ma è prescritto. Tutto qui''. ''Se Berlusconi fosse stato non colpevole - aggiunge - il Tribunale non avrebbe potuto prescrivere ma avrebbe dovuto assolvere. Questa è la legge: articolo 129 di procedura. La conferma? I legali di Berlusconi annunciano appello''.

Dal canto suo il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, dice a Tgcom24 che ''le sentenze vanno rispettate. Le motivazioni diranno qualcosa di più ed entreranno nel merito. Sicuramente c'è stato un clima politico molto duro dovuto agli eccessi di Berlusconi contro la magistratura e di coloro che hanno auspicato di risolvere il berlusconismo con la magistratura''.

Adnkronos