lunedì 31 ottobre 2011

Proposta padana: polenta a 100€ per deputati


Radio Padania ha voluto condividere l'idea lanciata dal commissario regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli e dallo speaker radiofonico Gianni Simioli contro i privilegi della famosa casta, lanciando un invito diretto a tutti gli esercizi commerciali del nord ad aumentare i prezzi per i nostri deputati.
Borrelli e Simioli hanno detto: «Siamo curiosi di vedere chi aderirà e, soprattutto, se saranno duri anche con la casta leghista che ne ha combinate di tutti i colori. Comunque ci fa piacere il loro sostegno.Se da Sorbillo i rappresentati della destra e della sinistra pagano una pizza 100 euro, da domani una porzione di polenta nella bergamasca per i nostri deputati avra'
lo stesso prezzo».

Gasparri a Bersani: «Somiglia a Gargamella, il cattivo dei puffi. Mi pare un caso umano»


Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, è stato intervistato da Radio Radicale in merito al confronto interno al Pd e alla prossima iniziativa di Bersani, il quale ha provveduto a convocare una manifestazione a Roma il prossimo 5 novembre.

Gasparri ha dichiarato: «Credo che tutti abbiano il diritto di manifestare, ma a nome di chi parlerà, Bersani?».
E ancora: «Ichino sul lavoro propone norme che non piacciono al partito e alla Cgil. Quanto a Renzi, ha ragione Bersani, visto che sembra un piccolo demagogo che ricicla idee degli anni 80. Un grande fratellino della politica, la demagogia portata alle estreme conseguenze».

Infine: «La verità e’ che Bersani non parla a nome di nessuno, a partire dalla sinistra che gli si rivolta contro. Mi pare un caso umano. Gli esprimo comprensione. Sembra sempre di piu’ Gargamella, il cattivo dei Puffi. E’ mia figlia che mi ha suggerito qualche anno fa questa somiglianza; non si offenda, Bersani».

Unipol. Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, condannato a 3 anni e 6 mesi


di Paola Totaro

Mancata scalata Unipol a Bnl. Il Tribunale di Milano ha condannato, Antonio Fazio ex Governatore della Banca d’Italia a 3 anni e 6 mesi. Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol ,a 3 anni e 10 mesi ; Francesco Gaetano Caltagirone, attualmente ai vertici del Monte dei Paschi di Siena, ex immobiliarista ed editore a 3 anni e 6 mesi; Stefano Ricucci a 3 anni e 6 mesi.

Assolto l’ex capo della Vigilanza della Banca d’Italia, Francesco Frasca.
Unipol è stata condannata a versare una provvisionale di 15 milioni di euro, oltre una multa di 720 mila euro.
Fazio. L’ex Governatore della Banca d’Italia, attraverso il suo legale ha dichiarato “Fazio – spiega l’avvocato – non si dà giustificazione di questa sentenza”. Inoltre, l’assoluzione di Frasca “dimostra la correttezza della struttura di Bankitalia. C’erano documenti – continua l’avvocato – che dimostravano la correttezza del suo operato”.
Assoluzioni. I giudici di Milano hanno assolto tutti i banchieri tranne Emilio Gnutti (3 anni) e questo nonostante il pm avesse fatto richiesta di archiviazione. In particolare sono stati assolti Divo Gronchi (l’accusa aveva chiesto 3 anni), Filippo De Nicolais, Rafael Gil Alberdi, oltre a Giulio Grazioli (il pm aveva chiesto due anni), Giovanni Berneschi (l’accusa aveva chiesto 3 anni) e Giovanni Zonin (anche per lui l’accusa aveva chiesto 3 anni).
Manipolazione sistemica. I reati contestati vanno dall'aggiotaggio informativo all'insider trading, all'ostacolo alle funzioni di vigilanza. Gli imputati erano membri del “contropatto” che all’epoca dei fatti deteneva il 27% delle azioni della Bnl. I pm della requisitoria hanno dichiarato: "Di vicende così gravi, in giro per il mondo ce ne sono poche, perché si è trattato di una manipolazione di tipo sistemico. A mettere in piedi una cordata italiana raccogliticcia fu il Governatore di Bankitalia. E la Banca d'Italia di Fazio non era un organismo di vigilanza ma uno dei giocatori in campo. Fazio avrebbe agito da "direttore d'orchestra", "il motore immobile" della tentata scalata alla Bnl, "il vigilatore che invece di vigilare promuove il reato".
I banchieri degli istituti popolari vengono definiti “la guardia pretoriana del governatore” ed i contropattisti: “si muovono nella più assoluta coesione, tutti alle spalle e sulla scia di Caltagirone", che è colui "che decide”.

Istat. Balzo della disoccupazione giovanile: 29,3%.


di Paola Totaro

Il tasso di disoccupazione a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Lo rileva l'Istat in base a stime provvisorie, sottolineando che così il tasso di disoccupazione si riporta ai livelli del novembre 2010. Tra i giovani (15-24 anni) quelli senza lavoro sono il 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche. Lo rileva l'Istat in base a stime provvisorie.

Giappone: premier riduce del 30% il suo stipendio per ricostruire aree colpite dal sisma


Tagli alla classe politica. Yoshihiko Noda, premier giapponese ha deciso di cominciare da se stesso, riducendo del 30% il suo stipendio al fine di finanziare la ricostruzione nelle aree maggiormente colpite dal sisma/tsunami dello scorso marzo, al contrario i ministri e i viceministri hanno rinunciato ad un 20%. Queste misure vanno ricomprese in un più grande disegno di legge che intende diminuire in media gli stipendi dei dipendenti pubblici del 7,8% fino a marzo del 2014. Una volta varato, il provvedimento farà risparmiare ben 290 miliardi di ven annui (all'incirca 2,7 miliardi di euro).

domenica 30 ottobre 2011

Traffico di esseri umani. Anche Berlusconi nella lista per il caso Ruby


di Paola Totaro

Hillary Clinton dal 2009 – da quando è a capo del Dipartimento di Stato americano - si occupa di redigere il Trafficking in Persons Report. Uno studio riguardante i precedenti 12 mesi , sulla terribile piaga del traffico di esseri umani nel mondo. Il punto sulla legislazione di cui sempre più stati si stanno dotando prendendo spunto dalle indicazioni dell’Onu e delle varie carte dei diritti.


Una vera e propria piaga del nuovo millennio quella della tratta di esseri umani.

Interessante notare come, nella scheda relativa all’Italia di questo report, si faccia riferimento per ben due volte a Silvio Berlusconi e non come ci si dovrebbe aspettare da un Presidente del Consiglio, come persona impegnata alla lotta a questo terribile problema. No, esattamente per il motivo opposto.

Si legge nel Report, “nel periodo preso in esame, il primo ministro del paese è finito sotto inchiesta per prostituzione minorile”. Il riferimento è al “caso Ruby”. Infatti, si legge ancora nella scheda, “nel febbraio 2011 i giudici hanno stabilito la data di inizio del processo per il primo ministro Berlusconi accusato di sfruttamento sessuale di una ragazzina (child) marocchina. Le inchieste giornalistiche hanno indicato prove di una terza parte coinvolta nello sfruttamento: questo sta a significare che la ragazza era vittima di trafficking”.
Il Report è stato presentato già dal 27 giugno scorso, ma il particolare riferimento a Berlusconi era sfuggito.

In quell’occasione la Clinton aveva spiegato che “il Trafficking in Persons Report del 2011 comprende oltre 180 reportage che raccontano gli sforzi dei vari governi per combattere il traffico di persone. In linea con i valori del protocollo sul trafficking delle Nazioni Unite, che mira a garantire la prevenzione e il perseguimento, e anche la protezione per il massimo numero di vittime, gli Stati Uniti definiscono trafficking il lavoro forzato e il traffico di adulti e bambini per sfruttamento sessuale”.

In particolare il Report evidenzia come in Italia le indagini non vadano avanti, soprattutto quando ci siano di mezzo figure pubbliche.

Rotondi dice no ai tagli ai privilegi parlamentari. “Tanto più impopolari di così”…


di Paola Totaro
Rotondi è una persona coerente non c’è che dire. Giornalista, nasce Democristiano, passa dal PPI, CDU ed UDC, e dal 2001 entra nella Casa delle Libertà del suo testimone di nozze Silvio Berlusconi.
Una carriera invidiabile lo ha portato a diventare l’attuale Ministro per l’attuazione del programma. Il Ministero meno impegnato di tutti.
Non smentisce la sua coerenza quando esprime il suo pensiero riguardo i tagli ai privilegi della casta. “Dobbiamo coccolare i parlamentari; se un giorno gli si dice che vanno dimezzati, il giorno dopo che gli si taglia lo stipendio, quello successivo l’auto blu, significa voler proprio far cadere il governo”. E aggiunge: “Tanto, più impopolari di così”.

Contrario alla linea di Tremonti si mostra decisamente deluso: “Le misure contro i privilegi della politica le considero un insulto alla sua intelligenza”, dice. E suggerisce: “Forte del fatto che nessuno, neanche all’opposizione, vuole andare al voto, Berlusconi deve avere un’unica preoccupazione: coltivare i rapporti con Camera e Senato”. Come? “Teniamoci buoni i mille parlamentari”. E continua: “Non possiamo dargli l’aumento, ma almeno coccoliamoli, rassicuriamoli, non rompiamogli le palle se vogliamo arrivare al termine della legislatura. E nel frattempo cerchiamo di farci dimenticare. Perché, inutile negarlo, la gente ormai ci detesta”.


Analisi lucida e sfacciatamente di parte. Una volta almeno col politichese potevamo sperare d’aver capito male. Ora no. E’ tutto chiarissimo e alla luce del sole. Quando si sveglieranno gli Italiani?

Napoli: 15enne abusata da un sacerdote in auto ritrovata in Tangenziale


Un sacerdote è stato scoperto in Tangenziale a Napoli, mentre si trovava in macchina a consumare un rapporto sessuale con una ragazza di 15 anni, adescata via chat. Tuttavia, la ragazza non era a conoscenza del fatto che l'uomo fosse un sacerdote. Si tratta di M.D.M, un religioso che opera a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano e che ha ricevuto una condanna per violenza sessuale in danno di minori.

All'interno dell'abitacolo è stato rinvenuto l'abito talare. Il sacerdote, che non ha nemmeno quarant'anni, ha corteggiato la ragazzina per mesi interi, raccontando di essere un professore e divenendo ben presto un punto di riferimento per la ragazza, che ha diversi problemi relazionali.

La 15enne ha raccontato all'assistente sociale con la quale ha parlato in seguito alla denuncia prima di essere riaffidata alla madre: «Credevo fosse mio amico, non immaginavo fosse un prete».
Anche i fedeli di San Giorgio a Cremano hanno commentato l'accaduto: «Siamo sorpresi. Siete sicuri che è lui? Non possiamo crederci»

Iacchetti: «Vaffa a La Russa e a Brunetta»


Il popolare conduttore Enzo Iacchetti ha voluto esternare la sua indignazione contro i costi della politica su Facebook, tramite un video postato sulla sua bacheca. «Questa settimana mi dice un mio confidente e amico, poi se non è vero lo smentiamo, che alla Camera dei Deputati, che ha già 4.600 dipendenti, sono stati assunti altri 33 dipendenti quindi: vaffanculo Brunetta».

Iacchetti ha continuato dicendo: «Leggo sul Corriere di ieri che La Russa ha comperato 19 Maserati blindate per trasportare dei generali e allora diciamo: vaffanculo anche a La Russa. In questo modo si possono scrivere tutte le lettere del mondo (probabilmente il comico allude alla lettera d'intenti all'Unione europea ndr.) ma fra una quindicina di mesi saremo andati affa... pure noi. Bisogna cominciare a incazzarsi un attimino».

Cicchitto: «Per la prima volta dal Pd un progetto politico e programmatico»


Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl ha dichiarato: «Al di la' delle enfatizzazioni tematiche, quello che sta avvenendo alla Leopolda con Renzi richiede una attenta riflessione. La tematica delle nuove generazioni in politica, se rimane solo sul piano anagrafico, e' semplicemente ridicola. Diverso e' il discorso quando uno spezzone delle nuove generazioni lancia un messaggio caratterizzato da forti elementi di novita'».

Cicchitto ha proseguito dicendo: «Ora per la prima volta emerge dall'interno del Pd un progetto politico e programmatico che cerca di andare davvero oltre il Novecento,oltre alle culture comuniste e post comuniste e a quelle post democristiane».

Sacconi: «Bisogna pensare a come proteggere il lavoratore licenziato»


Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, durante il suo intervento a Sky Tg24 ha detto: «La proposta di Ichino è interessante, noi abbiamo idee molto simili ad essa».

Sacconi ha voluto esprimere la sua opinione in merito alla proposta lanciata dal senatore Ichino di modificare congiuntamente l'articolo 18, in maniera tale da rendere più flessibili le regole riguardanti i licenziamenti.
Sacconi ha continuato dicendo: «I licenziamenti discriminatori determinati non solo da idee politiche o da un impegno sindacale, ma anche dalla condizione di una persona prossima alla maternità o al matrimonio. Tutti questi casi devono essere nulli, cioè come se non ci fossero stati e non possono che dar luogo a un reintegro nel posto di lavoro. Invece quando un posto di lavoro si consuma economicamente bisogna pensare a come proteggere il lavoratore licenziato».

Renzi: «I nostri nonni politici ci hanno lasciato il conto al ristorante»

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi ha dichiarato: «I nostri nonni ci hanno lasciato una casa, ma i nostri nonni politici ci hanno lasciato il conto al ristorante».

E ancora: «Se qualcuno degli amici che stanno fuori da qui pensava che la Leopolda fosse l'elenco delle ambizioni di un giovane in cerca di una poltrona, si è sbagliato di grosso. Noi reclamiamo il futuro per ciascuno di noi per i nostri figli con un principio base per cui il futuro non può essere quella cosa su cui si scaricano i problemi. Il conto lasciato al ristorante dai nonni politici è invece debito pubblico, che è la cosa più ingiusta e immorale che un bambino si trovi oggi ad affrontare».

Insulti a Vespa: «Venduto, la Rai è servizio pubblico»


Gravi insulti, accompagnati da parolacce, fischi e cori sono stati lanciati da un gruppo di persone a Bruno Vespa davanti al Teatro Valle a Roma. Molti gli hanno gridato: «Venduto, la Rai è servizio pubblico».

Camusso: «Se il governo dovesse procedere, ci sarà lo sciopero generale»

Susanna Camusso, segretario della Cgil, durante il suo intervento alla trasmissione «In mezz'ora» condotta da Lucia Annunziata su Raitre ha dichiarato: «Se il governo dovesse procedere rispetto agli annunci ci sarà lo sciopero generale».

La Camusso ha proseguito dicendo: «Non ci siederemo a tavoli con il governo se il tema sono i licenziamenti e nemmeno se si tratta di riscrittura dei contratti, abbiamo già dato anche su questo e l'esperienza dice che poi si va agli accordi separati».

Ingroia: «Io mi sento un partigiano della Costituzione». Gasparri attacca


Antonio Ingroia, sostituto procuratore della Repubblica di Palermo ha dichiarato: «Un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni -e non sempre certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere lo è – ma io confesso non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano. Partigiano non solo perché sono socio onorario dell’Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgerla, so da che parte stare».

Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl ha detto: «Da persone così invece che comizi politici ci saremmo attesi le scuse per aver fatto di Ciancimino jr una icona antimafia quando invece organizzava traffici illeciti e nascondeva tritolo in casa. Porteremo questo scandalo e il suo comizio odierno all’attenzione del Parlamento dove sarà anche il caso di discutere della nostra mozione sul 41 bis che fu cancellato per centinaia di boss al tempo di Ciampi e Scalfaro e che anche ora il partito di Vendola vorrebbe abolire».

Parisi: «La strada intrapresa da Renzi è quella giusta»


Arturo Parisi, ex ministro della Difesa, durante il suo intervento al «Big Bang» del sindaco di Firenze ha detto: «La strada intrapresa da Matteo Renzi è quella giusta, a meno che non si esaurisca in un gesto solitario. Gli ho dato una mano, riconoscendo che lui ha fatto bene a farsi avanti. Ho voluto riconoscergli io suo coraggio e gli ho chiesto di andare avanti al servizio di tutti. I giovani devono conquistare il loro posto in politica ed è questo lo spirito che ci guida nel parlare ai giovani. I vecchi invece hanno già preso la piena, sono abituati a censurare le propria responsabilità personale e anche il dovere di raccontare le proprie idee e i propri sogni».

A Napoli pizza a 100 euro per deputati e senatori


Una pizza a 100 euro, un caffè e un cornetto a 90 euro, un bicchiere di yogurt a 1.000 euro e un panino a 350 euro: sono alcuni dei prezzi esorbitanti applicati da una quindicina di commercianti di Napoli e provincia destinati unicamente ai parlamentari italiani. Una decisione contro "chi ha troppi privilegi, compreso i prezzi stracciati dei ristoranti di Camera e Senato. Con tanto di lista non solo dei ristoranti e dei bar, ma anche di cartolerie (300 euro per una penna a sfera e una messa in piega a 300 euro), alcuni esercenti hanno deciso in questo modo provocatorio di far pagare di più a chi guadagna di più e, a loro dire, senza lasciare neanche mance.

L'iniziativa è partita dal commissario regionale dei Verdi della Campania, Francesco Emilio Borrelli, e dal presidente dell'Associazione pizzaioli napoletani, Sergio Miccù, che hanno ideato i sovrapprezzi per gli esponenti della cosiddetta casta. "Non accettiamo più che mentre gli italiani devono stringere la cinghia, loro mangiano e viaggiano gratis. È ora - ha detto Borrelli - che anche loro paghino il conto e, se non lo fanno spontaneamente, li obbligheremo noi facendogli aumentare i costi dei prodotti di consumo alle stelle. La patrimoniale gliela imporremo con i fatti". L'idea è quella di creare un movimento nazionale che si estenda in tutta Italia chiedendo adesioni a chiunque abbia fra i propri clienti deputati e senatori. Contestualmente è partita una raccolta di adesioni grazie a Radio Marte Stero che ha già riscontrato numerosi sostenitori dell'iniziativa.

Il presidente di pizzaioli napoletani, con una circolare ha chiesto a tutti i suoi colleghi di aderire all'iniziativa elevando il prezzo di una pizza a 100 euro. "La battaglia contro i privilegi della casta deve essere serrata e coordinata a livello nazionale. Devono rinunciare - ha concluso Borrelli - ai loro vergogno si privilegi con le buone o le cattive maniera. Da Napoli parte questa rivolta".

TMNEWS

Licenziamenti, Fini: «Rischio di un autunno caldo, ci farebbe tornare indietro»


Gianfranco Fini, leader di Futuro e Libertà ha dichiarato in merito ai provvedimenti che il Governo potrebbe adottare al fine di riformare il mondo del lavoro: «Se come mi sembra di aver capito si tende soltanto a favorire la possibilità di licenziare, corriamo il rischio di veder moltiplicare un tasso di disoccupazione che da qualche anno a questa parte sta crescendo e che riguarda in particolar modo un'area del Paese».

E ancora: «Siamo curiosi di vedere cosa sarà presentato al Parlamento a proposito della cosiddetta maggior facilità di licenziare. C'è il rischio di un autunno caldo che ci farebbe tornare indietro. Prospettiva tanto più realistica se il Governo sarà così irresponsabile da non confrontarsi con le parti sociali e le categorie economiche».

Berlusconi: «No governo di larghe intese. Vanno approvate le misure adottate a Bruxelles»


Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha detto a Canale5: «L'appello che ho fatto all'opposizione non e' per un governo di larghe intese, che porterebbe alla paralisi politica ma al senso di responsabilità che dovrebbe portare l'opposizione nell'interesse del Paese ad approvare le misure adottate a Bruxelles, invece di chiedere le dimissioni».

Berlusconi: «Bossi è un fedele alleato e la pensa come me»


Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha detto di escludere un patto o la volontà di andare alle elezioni nel 2012: «Bossi è un fedele alleato e la pensa come me. Il resto sono sogni dell'opposizione».

Di Pietro: «Berlusconi? Ha dei problemi più medici che politici»


Antonio Di Pietro ha dichiarato: «Credo che le elezioni politiche si svolgeranno al piu' presto e certamente entro aprile, e non per una questione matematica, ma perche' il paese non puo' reggere piu' una persona che ha perso anche il senso dell'intelletto e della misura».

E ancora: «Quando Berlusconi da presidente del consiglio dice che bisogna mandare a gambe all'aria l'euro e poi si dimentica di averlo detto, mi pare che abbia dei problemi piu' medici che politici».

Bersani: «I giovani devono mettersi a disposizione»


Luigi Bersani, segretario del Pd, durante il suo intervento all'incontro del partito su «giovani e sud» ha detto: «La distinzione giovani-adulti e' una stupidaggine di dimensioni cosmiche. E' chiaro che tocca ai giovani, a chi deve toccare? Ma bisogna mettersi a disposizione. Non si puo' dar l'idea che un giovane per andare avanti deve scalciare, deve insultare».

Renzi risponde a Bersani: «Non sono un asino»


Il tanto discusso Matteo Renzi, sindaco di Firenze ha voluto esprimere la sua in merito a quanto è stato dichiarato dal segretario del Pd Luigi Bersani il quale da Napoli aveva invitato «i giovani a non scalciare». Ecco cosa ha detto Renzi: «Non so a chi si riferisca Bersani, io non sono un asino e non scalcio».

La mozione approvata dalla Camera non cancella la realizzazione del Ponte sullo Stretto


L'ufficio stampa di Palazzo Chigi ha fatto sapere: «La Presidenza del Consiglio precisa che la mozione approvata ieri dalla Camera non cancella la realizzazione del Ponte sullo Stretto. L'opera, infatti, e' solo in parte finanziata dall'intervento pubblico. L'onere complessivo dell'infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l'utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti».

Monti: «L'euro non è in crisi»


di Martina Strazzeri


L'ex commissario Ue, Mario Monti ha dichiarato: «L'euro non è in crisi, è stabile in termini di beni e servizi e in termini di cambio con il dollaro. Se l'Italia non fosse nella zona euro emettere titoli italiani in lire sarebbe un'impresa ancora più ardua. Le ultime affermazioni di Berlusconi sull'euro in Europa e nei mercati accrescono i dubbi sulla convinzione e la determinazione del governo italiano».

Monti ha voluto lanciare un appello al premier al fine di «richiamare la sua attenzione» ed ha detto: «L'euro non è in crisi, mentre gli attacchi speculativi che ci sono, spesso violenti, non sono attacchi contro l'euro. Gli attacchi si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l'incapacità di crescere. E questo è il caso dell'Italia, dopo che in prima linea si erano trovati la Grecia e altri Paesi. Vero anche che l'Italia sta facendo pesanti sacrifici, ma per rimettersi in carreggiata e ridare un minimo di speranza ai nostri giovani».

Infine Monti ha concluso dicendo: «Confido, signor presidente, che prevalga in Lei l'ambizione di riportare l'Italia nel ruolo che le appartiene in Europa, accelerando in silenzio il risanamento, rispetto a quella di un successo elettorale a tutti i costi per la Sua parte politica, ma in un Paese sempre più populista, distaccato dall'Europa e magari visto come responsabile di un fallimento dell'integrazione europea».

sabato 29 ottobre 2011

Renzi su Bossi: ''Quando uno non sta bene si cura''


"Basta con il politcamente corretto, non siamo per la verità" Così il sindaco di Firenze dopo aver mostrato un montaggio sulle intemperanze del Senatùr "Inaccettabile che questo sia un ministro della Repubblica italiana''


venerdì 28 ottobre 2011

Quanto guadagna Renzo Bossi? Il triplo di un Governatore Usa

Quanto guadagna Renzo Bossi? Il triplo di un Governatore Usa

Il tema dei costi della politica torna nuovamente alla ribalta sul quotidiano Il Corriere della Sera, che ospita un articolo dell’autore de La Casta Gian Antonio Stella, il quale addita come massimo esempio di spreco di denaro pubblico lo stipendio di Renzo Bossi detto ‘Il Trota’: 150 mila euro netti l’anno, il triplo all’incirca di un Governatore degli Usa.

Il sagace figlio di Umberto, noto alle cronache più che altro per aver ripetuto svariate volte l’esame di maturità, guadagna come tre governatori americani messi insieme: secondo una ricerca svolta dal professor Antonio Merlo della University of Pennsylvania, con i suoi 150.660 euro netti l’anno, Il Trota prende in busta paga quanto i Governatori del Maine, del Colorado e dell’Arkansas. Non conosciamo il valore intellettuale e politico dei tre signori, che sono rispettivamente Paul LePage, John Hickenlooper e Mike Beebe, ma non stentiamo a credere che abbiano qualità superiore al figlio di papà nostrano. Ma il punto è un altro: costano molto meno ai cittadini.

Sia chiaro, il problema degli incompetenti piazzati nei luoghi di potere riguarda tutti i partiti e tutte le regioni italiane, da Nord a Sud, ma il ‘caso Trota’ fa specie per due motivi: primo perché la Lega Nord si è fatta una reputazione attaccando il Meridione assistenzialista e i politici incapaci pagati con le tasse dei cittadini. Appunto. E oltretutto Bossi jr è consigliere nella regione considerata la ‘locomotiva’ d’Italia, la Lombardia, quella che secondo i leghisti ospita la capitale morale del paese, Milano. È normale, scrive ancora Stella, che un consigliere regionale lombardo prenda mediamente, al netto, il triplo di un collega della California, che se fosse uno stato autonomo avrebbe tre volte e mezzo la popolazione della Lombardia e sarebbe come Pil al settimo posto mondiale? La risposta è sin troppo ovvia.

Fonte

Berlusconi al Tg1: ''Nessun passo indietro''


Il presidente del Consiglio apre l'edizione delle 20: "Un governo tecnico non è una soluzione." E poi sugli impegni presi con l'Unione Europea: "l'Europa ieri sera ha apprezzato e approvato il nostro programma di governo per i prossimi 18 mesi. Nel documento che abbiamo presentato sono contenuti impegni seri e tempi certi di approvazione."

Niente tagli alla Camera: per il 2014 chiesti gli stessi fondi del 2011. La Casta vince ancora

Camera

Ok signori abbiamo scherzato: di tagli alla Casta ancora una volta non se ne fa nulla. Qualcuno aveva dei dubbi? Dopo il rimborso sulla tassa dei redditi alti per ministri e sottosegretari, dovevamo capire che i furbetti del Parlamento avrebbero fatto di tutto per scansare i sacrifici dei loro ‘magri’ stipendi, ed infatti la Camera ha inviato una lettera al Ministero del Tesoro avvertendo che per il 2014 avranno bisogno degli stessi fondi del 2011, e già previsti per gli anni 2012 e 2013. E tanti cari saluti alla riforma del dimezzamento dei parlamentari.

Eh già perché i casi sono due: o i tagli sono una balla colossale, oppure questi parlamentari dimezzati ci costeranno il doppio. Scegliete voi cosa sia peggio. A parole sono tutti d’accordo sul taglio dei parlamentari, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’ingordigia, e chi se ne importa se i capi di stato stranieri ridono di noi mentre il paese affonda: loro i sacrifici non li vogliono proprio fare.

Signor ministro, per incarico del presidente della Camera dei deputati, Le comunico che l’Ufficio di presidenza ha deliberato di mantenere l’importo della dotazione per l’anno finanziario 2014 nella medesima misura già prevista per gli anni 2012 e 2013. L’importo della dotazione richiesta per ciascun anno del triennio 2012-2014 è quindi pari a euro 992.000.000‘: questa la richiesta sfacciata del segretario generale Ugo Zampetti a Tremonti, e non è certo la prima volta che, dagli annunci dei ‘tagli epocali’, la Casta ha messo il suo zampino per neutralizzare l’effetto annuncio. Quando le Borse crollavano e si preannunciava la seconda manovra finanziaria, la Camera tagliava le spese correnti del 2011 di un misero 0,71%, e il Senato faceva ancora meglio con uno 0,34%.

Pensate sia finita qui? Ecco cosa hanno stabilito ieri pomeriggio in Parlamento: ‘Per gli assenteisti in commissione decurtazione della diaria, mentre per i ‘sempre presenti’ un incentivo. Saranno queste le misure in discussione domani durante la riunione dell’ufficio di presidenza della Camera‘. Tradotto: chi è già pagato per stare in Parlamento verrà pagato di più. Geniali. Come se gli insegnanti venissero pagati di più per andare a scuola, o i medici per curare i malati in ospedale. Ora è sin troppo facile cadere nel populismo, nella retorica dell’anti-politica, ma di fronte a questi dati inoppugnabili esiste una sola verità: il vero problema dell’Italia sono loro. E non ci venissero a dire che li denigriamo, perché la tragica realtà è sotto gli occhi di tutti.


Fonte

La Santanché e i titoli ''grechi'': due volte lo stesso errore


Martedì scorso Daniela Santanché è ospite del programma di La7 Omnibus: mentre va in onda la rassegna stampa, la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio parla delle difficoltà del Governo in Europa. La Santanché afferma che Francia e Germania non possono dare lezioni all'Italia perché le loro banche hanno in pancia migliaia di "titoli grechi e di bond grechi". Errore nella declinazione del plurale o semplice lapsus? Il pomeriggio dello stesso giorno, dal palco della manifestazione di Giuliano Ferrara di fronte all'ambasciata francese a Roma, la Santanché ripete un discorso praticamente identico. Errore compreso....

(a cura di Marco Billeci)

Mantova, l’assessore leghista accusa il poeta Virgilio d’aver tradito il nord avendo preferito essere terrone


di Paola Totaro
Dopo il viaggio fatto in Tunisia dal sindaco Pdl Nicola Sodano per negoziare il prestito del raro mosaico di Virgilio tra le Muse, per la grande mostra virgiliana aperta il 15 ottobre scorso a Palazzo Te, tutto filava per il meglio. Non fosse stato per l’indignazione dell’alleata di giunta, la Lega, che ha cominciato a sbraitare contro la ‘cultura sprecona’ ed i ‘costi eccessivi’.

Ma non contenti i lumbard hanno voluto lanciare anche una provocazione che, per chi la pensa come loro è la più grande offesa, ed ha riguardato lo stesso Virgilio. L'assessore al Turismo, Vincenzo Chizzini ha dichiarato infatti, che era meglio celebrare il poeta Teofilo Folengo, perché Virgilio, testuali parole, "se n'è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi".
Neppure l’inaugurazione della mostra è piaciuta. Infatti il parlamentare bossiano Gianni Fava ha bollato l’evento con ospiti tunisini (console, ministro, sindaco di Cartagine) e la presenza della connazionale Afef Jnifen con Marco Tronchetti Provera, come un "ricettacolo di soubrette a fine carriera".

I toni rozzi non sono affatto piaciuti al pacifico sindaco Sodano. I rapporti nella coalizione si sono inaspriti e una parte della Lega, minaccia addirittura di ritirare i propri assessori.

Europa: meglio prima leggere e poi commentare.


di Roberto Carroll

Interrogarsi sul futuro dell’Europa, soprattutto in questo momento di crisi cronicizzata dovrebbe essere un dovere. Il rischio maggiore che si incontra nell’affrontare questo tema è l’accusa di antieuropeismo.

Ma questa facile bandiera è solo la rinuncia ad un interrogativo: l’Europa per il cittadino di benessere medio e medio basso, comporta più vantaggi o svantaggi?

Tra i primi aspetti che un’analisi superficiale, come in questa rappresentazione, prende in considerazione riguarda l’aspetto del Diritto e l’aspetto del lavoro.

Sotto il profilo del Diritto la Carta dei Diritti dell’Unione Europea si presenta con una serie di intenti giuridici sulle libertà individuali, l’espressione del libero pensiero, la tutela dell’infanzia e delle persone svantaggiate che è davvero impagabile ma al contempo non essendo venute meno le legislazioni nazionali alcuni diritti risultano possibili in alcune nazioni mentre vengono perseguiti in altri.

Se pensiamo alla legislazione Olandese non possiamo fare a meno di considerare tre materie che per la nostra legislazione sono scottanti trattandosi di: o contratti inesistenti o reati.

In tema contrattuale, per esempio, i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono possibili in Italia e neppure lo è un loro riconoscimento civile a livello di “patti”.

La parola “eutanasia” fa stracciare le vesti a cattolici e Santa Romana Chiesa mentre in Olanda è possibile effettuarla; per non parlare delle varie inseminazioni artificiali tra come si svolgono in Italia e come si svolgono in Spagna.

Quanto alla liceità del consumo di droghe leggere da noi è un mito pari al vaso di Pandora: coffee shops in Olanda e processo penale in Italia.

Siamo quindi in temi da fini giuristi e non azzardo entrare in un campo più alto delle mie possibilità. Indico però che questo panorama generale mostra problemi di uniformità ancora irrisolti e che neppure è preso in considerazione dai governanti nostri, (sicuramente) ed europei (probabilmente), essendo tutti presi ad elogiarne uno spirito civico, (di cui appunto non si vede faccia) e stemperando argomentazioni di sottomissione economica (l’unica cosa di cui effettivamente si preoccupano).

Così andando a spulciare su cosa si occupi la commissione di Giustizia europea si rileva che le cause a cui dedica maggiore attenzione riguardano essenzialmente questioni contrattuali, inerenti la libera circolazione delle merci, disputando addirittura se l’esercizio di sciopero comporti un danno per l’azienda tanto da renderla opponibile in sede di giudizio; come si evince leggendo i casi Viking (Finlandia) e Laval (Svezia). Qui la Corte di Giustizia Europea richiama agli art 43 e 49 TCE. e lo svuotamento del diritto di sciopero di certo non rasserena più il lettore che si è entusiasmato alla lettura dell’art 28 della Carta dei Diritti dell’Unione.

Ciò apre al secondo argomento che per l’appunto riguarda: la questione lavoro.

Gli emolumenti salariali sono vari per tutte le nazioni che formano la Comunità. L’operaio polacco, come documentato più volte, tra cui anche in Annozero, percepisce circa 400 euro mensili, ovvero un terzo di quanto percepisce (forse è meglio scrivere percepiva visto che ormai i nostri operai vengono lasciati a casa) uno italiano per svolgere le stesse mansioni. Più che ovvio come a questi prezzi un qualunque Marchionne sposti la produzione dall’Italia alla Polonia ottenendo l’applauso dei propri azionisti.

Senza andare oltre, visto che questo esempio basta a soddisfare l’ argomentazione, viene facile stabilire come questa osannata unificazione sia stata voluta dal Capitale, quale colpo di coda del processo di globalizzazione su cui hanno beneficiato i detentori privati del sistema economico a scapito degli stessi governi, delle masse lavoratrici e dei più deboli contrattualmente in generale.

Se il referendum italiano sulla nostra adesione all’Europa si fosse tenuto oggi, probabilmente avrebbe collezionato una serie di risposte così negative da soffocare qualunque tentativo di riprovarlo.

Specialmente se fossimo stati edotti meglio sul fatto che i nostri governanti avrebbero scardinato la nostra Costituzione in favore di direttive, regolamenti e quant’altro proveniente dalla Comunità, avvalendosi dell’ all’art. 11, ( “ consente…limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”) dando prevalenza a quel “ consente….limitazioni alla sovranità nazionale” accompagnandolo al primo comma dell’art 117 che recita “ La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”.

Concludendo questo breve scritto sul tema Europa il quadro all’orizzonte è meno cristallino di come è stato promesso. L’attualità dimostra che il vero Governo che conduce le nostre vite è la Banca Centrale Europea. Non gli son pari Berlusconi, nè gli sarebbe pari Prodi od altri: è lei che sta dettando le regole issando il vessillo del “Salva Stati”. E su quel vessillo non sembra esserci uno specifico interesse sulla condizione peculiare del diritto acquisito dai propri associati.

Il fatto che andremo in pensione “secondo l’aspettativa di vita” è frutto di una volontà europea a cui l’Italia ha supinamente detto sì; il fatto che i salari si giochino al ribasso è ancora frutto di una Comunità Europea attenta alle esigenze di Capitale e non di uguaglianza sostanziale tra i lavoratori. Dite voi se tutto ciò non merita un dibattito…senza essere accusati di antieuropesimo.

Giuliano Ferrara, dopo il “successo” di Qui Radio Londra, erediterà lo spazio televisivo di Santoro.


di Paola Totaro

Sarà stato il balletto in Piazza Farnese contro Sarkozy ad aguzzare l’ingegno a Ferrara, sta di fatto che l’idea buona (per sé stesso) gli è venuta.
“Una mattina sfogliavo un giornale, leggevo gli ascolti di Rai 2 e di Gianluigi Paragone, stanco di manifestazioni, petizioni, appelli e un’ispirazione mi ha travolto” dice Ferrara al giornalista Carlo Tecce, di Informazione Libera.
Colpito dal fulmine intuitivo Ferrara scrive subito alla persona che potrà rendere realtà la sua magnifica idea, Lorenza Lei, la quale si mostra entusiasta per l’offerta e fa partire subito il tutto: uomini, scalette, studi. E annuncia in Vigilanza: “A gennaio avremo un sostituto di Annozero su Rai 2”.

Giuliano gongola “Ascolta con attenzione, mi spiace che il tono di voce sul giornale valga zero, ma senti il mio gusto: prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro …”. Eh vorrei ben vedere…
Evidentemente Ferrara rientra in quel gruppetto di giornalisti di destra che, senza chiedere permessi, può decidere quando e come lavorare per il servizio pubblico. La Lei poi ha già deciso tutto. La sede: via Teulada (la più centrale) e periodo dell’andata in onda: gennaio-giugno (elezioni?).

Hanno già pensato anche al titolo: “L’esame. Perché vorrei che ci sia un confronto di opinioni, io non sono per la verità estrapolata come il molare dal dentista, io non sono la voce del popolo. Vorrei qualcosa di veloce e dinamico: pochi filmati, due mie interviste a due personaggi diversi, un gruppo di persone che giudica e consente al sondaggista Nando Pagnoncelli di fare le sue statistiche”.

Qui Radio Londra non si tocca. Dice Ferrara: “Ah, non ci rinuncio”.
Potere assoluto il suo. Un giornalista che fallito un esperimento di 5 minuti, viene promosso in prima serata per 2 ore. E non c’è neanche qui il problema degli ascolti. “Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione”.
Chi sta meglio di lui? Fa quello che vuole, quando vuole, senza neanche dover rispondere del lavoro svolto. Perché se gli ascolti sono bassi non è un problema… anzi. Mediaset del suo padrone Silvio, ringrazia di cuore.

Roma un’altra volta nel caos: ma per Alemanno Trony non ha dato l’allerta in tempo!


di Federica Giannone

http://www.ioparlodasola.netsons.org

Povero Alemanno, ottobre non è proprio il suo mese. Il 15 un’orda di barbari col casco gli mette a soqquadro Roma Sud, il 20 ha il suo bel da fare con un’alluvione di cui Giuliacci non l’aveva avvertito ed il 27 l’invasione delle cavallette a Roma Nord.

Non aveva avuto neanche il tempo di riprendersi dalla calata dei Black Bloc e dal Diluvio Universale, quando ha dovuto fronteggiare l’esercito di Ponte Milvio.

Per la cronaca, ieri il traffico di Roma è rimasto congestionato per ore. Non che fosse proprio una novità, ma stavolta la causa era manifesta: l’apertura di un nuovo centro commerciale, che ha avuto la malsana idea di applicare degli sconti abominevoli su tutta la merce in occasione dell’inaugurazione. Televisori a 99 euro, lavatrici a 79, iPhone a prezzi stracciati. In pochi hanno resistito alla tentazione di fare il colpaccio e fin dalle prime luci dell’alba hanno invaso l’area antistante il negozio per accaparrarsi quanto più possibile. Alla faccia della crisi o proprio a causa della crisi, più di 10 mila persone si sono date appuntamento da Trony, dove non ci sono veramente paragoni per quello che è successo.

Il povero Gianni, imbestialito come non mai, ha dovuto sguinzagliare per la città il suo esercito della municipale, salvo accorgersi che non era sufficiente. Perciò si è prodigato per stanare dalle caserme polizia e carabinieri. La finanza sicuramente un giretto da quelle parti se lo sarà fatto. Le ambulanze arrivavano da sole per la gente che si menava. Insomma, se chiamavano pure i pompieri le prove per la parata del 2 Giugno erano bell’ e fatte. Uno spiegamento di forze dell’ordine da G8. Ed io pago, pensava il povero Alemanno. Così, stufo di dover risolvere tutto da solo, non potendosela prendere ancora una volta con le previsioni del tempo, né con la folla di concittadini accorsi per il lieto evento, ha convocato gli amministratori del centro commerciale incriminato, rei di aver fatto una campagna pubblicitaria troppo convincente. Ed al grido di “chi ha fatto la frittata se la mangi”, ha rigirato i danni materiali dell’accaduto nelle loro tasche. Nonché gli straordinari dei 250 vigili urbani radunati ad oltranza per l’occasione.

Dopo tutte queste sciagure, che i beninformati ritengono fosse possibile evitare almeno in parte, consigliamo al sindaco qualche rimedio anti-malocchio, se veramente di iella si tratta. Unica avvertenza: agire in fretta, prima della prossima piaga d’Egitto e prima che qualcuno si accorga che la sfiga c’entra poco.

Alemà, stringi i denti che ottobre sta finendo. E forse pure il tuo mandato.

giovedì 27 ottobre 2011

Il Villaggio di Don Ciotti devastato dai vandali


Il Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino, affidato all’associazione Libera, completamente devastato da ignoti.

Nella notte tra venerdì e sabato è stato distrutto il Villaggio della legalitò di Borgo Sabotino a Latina, affidato all’associazione Libera di Don Ciotti. Gli interni del villaggio e i servizi all’esterno dello stesso sono stati completamente distrutti da ignoti.

Sacconi: ''La finestra mobile: cos'è?"



The Times: "Berlusconi? Un clown che deve dimettersi"


«Berlusconi si deve dimettere immediatamente». Il Times di Londra non usa mezzi termini nel suo editoriale di prima pagina e spara ad alzo zero contro il presidente del Consiglio italiano. «L'Europa è nauseata da questo clownesco primo ministro la cui noncuranza, irresponsabilità e codardia politica ha tanto esacerbato la crisi attuale».

Il quotidiano londinese prosegue con un'analisi spietata degli anni di Berlusconi alla guida del Paese. «Sono il suo totale fallimento, dopo otto anni di governo, a introdurre riforme significative allo sclerotico sistema politico italiano, la ripetizione di promesse disattese e la cattiva gestione della terza economia europea ad aver distrutto la sua credibilità e a minacciare l'esistenza di tutti i partner dell'Italia nell'eurozona». Se l'Italia non può essere salvata, sottolinea infatti il Times, «non può essere salvato l'intero esperimento dell'euro».

La lettera d'intenti consegnata da Silvio Berlusconi viene poi giudicata «senza impegni specifici» e frutto di un patto dell'ultimo minuto con Umberto Bossi in cambio di «elezioni anticipate lampo» così da sfruttare «la disorganizzazione dell'opposizione». «Questo - scrive il Times - è il peggiore dei mondi possibili».
Senza un chiaro percorso che convinca i partner europei, argomenta, la Banca Centrale Europea non potrà acquistare i titoli di Stato italiani ed evitare così che il Paese venga travolto dal rifinanziamento del debito. «Due mesi fa - conclude il Times - questo giornale mise in guardia sul fatto che l'incoscienza di Berlusconi stava trasformando un problema locale in un disastro emergente. Quel disastro ha ora inghiottito l'Italia e i suoi vicini. Il miglior servizio per il suo Paese sarebbero ora quello di dimettersi immediatamente».

PD: CHE IMBARAZZO «Le dimissioni di Berlusconi non sono chieste solo dal Pd e dalla stragrande maggioranza dei cittadini di un paese stanco e stremato ma oggi sono invocate anche in prima pagina dal Times di Londra. Le parole usate dal giornale sono un pugno allo stomaco e suscitano un enorme imbarazzo». Lo afferma Ettore Rosato, dell'ufficio di presidenza del Gruppo del Pd alla Camera. Le parole del Times «confermano inoltre la mancanza di fiducia dell'Europa nei confronti della lettera d'intenti, giudicata giustamente 'senza impegni specificì e frutto di un patto dell'ultimo minuto con Umberto Bossi. Insomma, neanche più i suoi siparietti potranno far cambiare idea al resto del mondo sulle capacit… di un governo a guida Berlusconi».

Pdl, lettera (anonima) degli scontenti «Il premier faccia un passo indietro»

Per rispettare gli impegni con l'Ue bisogna allargare la maggioranza. Ma per ora non c'è nessuna firma.

Dopo il sì con riserve dell'Europa a Silvio Berlusconi le acque resterebbero comunque agitate nella maggioranza. Almeno stando alle indiscrezioni riportate dall'Ansa, che diffonde un testo di una lettera-appello al premier, nella quale si chiede a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l'Ue. Ma nessuno degli «scontenti», per ora, esce allo scoperto con nome e cognome.

Alfano (
Alfano
LA LETTERA - Gli «scontenti» del Pdl nella lettera appello - che inizia con un «Caro presidente Berlusconi» - rinnovano ancora la fedeltà al premier, ne sottolineano i «grandi meriti politici» e chiedono di poter continuare a sostenerlo, ma avvertono che senza un cambio di passo non potranno più garantire il loro sostegno. Per non finire «su un binario morto» - scrivono - è tempo di «rilanciare l'azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all'azione di governo».

Dell'appello, che ancora non si sa quante firme avrà in calce - si è a lungo discusso nella riunione di mercoledì di una quindicina di senatori con Beppe Pisanu, ma anche nelle riunioni degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl. «Ci sentiamo in dovere - si legge nella bozza del documento - con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell'attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l'esiguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo governo di poter affrontare neanche l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede», soprattutto dopo la lettera discussa mercoledì a Bruxelles dal premier.

La coalizione di maggioranza - si legge ancora - «non ha alcuna realistica possibilità di vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali». «Da parte nostra - si conclude la bozza della lettera-appello -, la lealtà, il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo l'iniziative del governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi, non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di governo».

Se a Bologna il Pd si allea con il centrodestra contro i gay


di Federica Giannone

Sembra fantascienza, ma non è una bufala. Nel ridente capoluogo emiliano, un argomento alquanto increscioso è riuscito a mettere d’accordo un po’ tutti, da destra a sinistra. Uniti contro i gay! Potrebbe essere questo lo slogan della consulta comunale bolognese stando agli ultimi avvenimenti che l’hanno vista protagonista.

Ma veniamo ai fatti. Agedo e Famiglie sono due associazioni che qualche giorno fa hanno avuto l’ardore di chiedere l’inclusione all’interno della Commissione Famiglia della consulta. Dov’è la stranezza vi starete chiedendo? Si tratta di associazioni di famiglie, la commissione si occupa di famiglie, che ci sarebbe di male? E se vi dicessi che Agedo e Famiglie sono costituite da parenti ed amici di omosessuali, bisessuali e transessuali, ci trovereste qualcosa di anomalo? Forse voi no, ma la consulta di Bologna, a quanto pare, si.

Che Pdl, Udc e Lega non fossero proprio gay friendly ce lo potevamo pure aspettare. La notizia è che anche una parte del Pd si è unita alla decisione di negare l’inclusione a queste associazioni. “Ammettere quelle associazioni nella Consulta è un abuso e bisogna riparare all’errore” non sono le parole di un leghista convinto di quelli che “ce l’hanno duro”, ma di un esponente dei democratici, Riccardo Petrella.

Nella crociata anti-omosex, il Petrella è in buona compagnia, perché ci sono le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani che promettono battaglia ed altri esponenti del Pd che, a loro volta, vorrebbero lasciare fuori da quella sede le discussioni sulle idee del partito riguardanti l’omosessualità. Come a dire: finché parliamo in linea ideologica siamo tutti amici, sul piano dell’attuazione…

La presidentessa di Agedo, Flavia Madaschi, lamenta la consueta chiusura verso la parola gay e tutto ciò che ruota intorno, come se si tendesse ad escludere a priori, senza neanche stare tanto a discutere. Non ne parliamo poi se l’omosessuale viene accostato alla parola famiglia.

Fortunatamente esiste qualche voce fuori dal coro come quella del sindaco e dell’assessore al welfare, che si ostinano a sostenere che bisognerebbe aiutare tutte le famiglie senza fossilizzarsi sulle distinzioni, perché pare che tutte le persone abbiano la stessa dignità sociale. Pare, ma non è certo una novità che in Italia i legami sentimentali fra persone dello stesso sesso facciano scalpore, se non addirittura ribrezzo.

Già mi sembrava abbastanza che il nostro Paese non fosse ancora in grado di accettare neanche le unioni civili fra gay, ora emarginare addirittura le famiglie d’origine mi sembra un atto inammissibile ed immorale. Di questo passo quanto ci metteranno a rendere illegale l’omosessualità? Il prossimo step delle misure anti-gay quale sarà: un cartello all’entrata dei negozi? Non sono ammessi Cani e Gay. Anzi no, scusate, i cani possono entrare.

“Perché la Santanchè parla sempre a sproposito?"


“Perché la Santanchè parla sempre a sproposito? E, soprattutto, è ‘vergognoso’ che un sottosegretario come lei non sia neanche in grado di dare attuazione a un programma che fino a oggi è stato stravolto per rispondere alle esigenze del premier”. Lo dichiara il deputato di Futuro e Libertà, Francesco Proietti Cosimi.

“Inoltre, a che titolo la Santanchè è oggi nella squadra di governo? Qualcuno le ricordi che nel 2008 si presentò agli italiani con un programma elettorale diverso da quello che oggi dovrebbe attuare, sostenendo che 'Silvio vede le donne solo orizzontali'”, conclude.

Berlusconi guarda il culo della premier danese


Il capo del governo incrocia la premier danese, Helle Thorning-Schmidt, alta e bionda. I due leader si stringono la mano e proseguono ognuno per la propria strada. Il Cavaliere, dopo un secondo, si volta e guarda, dalla testa ai piedi, la figura del primo ministro che si allontana. La scena è stata ripresa dalle telecamere del circuito interno all'interno della grande sala del Consiglio europeo di Bruxelles



mercoledì 26 ottobre 2011

Berlusconi lancia occhiatina alla premier danese


Berlusconi ci è ricascato. Il Cavaliere, a Bruxelles per il vertice europeo, ha salutato con galanteria la premier danese, Helle Thorning-Schmidt, stringendole la mano, ma non è riuscito ad evitare di lanciarle una maliziosa occhiata, subito ripresa dalle telecamere e apparsa ora sul web.
I cameramen presenti al Consiglio europeo hanno infatti immortalato il presidente del Consiglio italiano mentre, dopo aver salutato la bionda premier della Danimarca, si girava ad "ammirare" le sue grazie.

Una settimana di fuoco per B.



di Lele Ross
Per Berlusconi la settimana è iniziata molto male e molto in anticipo: domenica (23 ottobre 2011, ndr) ha avuto luogo il vertice dei Capi dei 27 stati europei che avrebbero dovuto principalmente decretare se promuovere o no le decisioni prese fino a quel giorno dall’Italia in tema di economia. Mentre il nostro Presidente del Consiglio se ne usciva tranquillo dall’assemblea rassicurando i cronisti sul buon esito del giudizio, gli altri Primi Ministri mal celavano un certo scetticismo a proposito della fiducia fino a questo momento garantitaci. Entreranno nella storia le immagini che ritraggono Merkel e Sarkozy mentre si lanciano un’occhiata complice e derisoria durante la conferenza stampa indetta per quel giorno. Lasciando ad altri decidere se il comportamento dei due sia stato o no opportuno, possiamo di certo dire che la nostra reputazione all’estero non è delle migliori e che forse quello che ha fatto il nostro Governo fino ad oggi non è stato tanto buono quanto qualcuno di noi credeva.

Il presidente francese e la cancelliera tedesca si sono trovati d’accordo nell’affermare che l’Italia in questo momento si trova allo stesso livello della Grecia e che, per questo motivo, deve trovare il modo di rassicurare l’Unione Europea entro mercoledì 26 ottobre, cioè al prossimo incontro a Bruxelles.


Il giorno seguente Berlusconi non si è potuto presentare all’udienza per il caso Mills, proprio per queste ragioni, ma non è neppure riuscito a trovare una soluzione per i problemi del suo paese. Durante tutta la giornata si sono tenuti incontri a Palazzo Grazioli tra i principali esponenti della maggioranza che hanno portato ad un nulla di fatto. L’agenzia ANSA, a fine giornata, lascia trapelare indiscrezioni a proposito di una bozza di decreto legge composto da dodici condoni di vario genere ed una legge ad personam che riguarderebbe la spartizione dell’eredità del nostro Presidente del Consiglio. Proprio mentre arrivava la smentita del ministro Romani viene divulgata una delle copie di cui ora, però, non si parla più.
Anche oggi i vertici a Palazzo Grazioli non hanno avuto esito positivo a causa delle divisioni interne al PdL e, soprattutto, all’irremovibilità della Lega riguardo le pensioni.

Fin da questa estate il Premier avrebbe desiderato aumentare l’età necessaria per andare in pensione, ma ha sempre trovato Bossi fermo e risoluto, appoggiato da tutto il suo partito e anche dal suo elettorato. Questa scena può sembrar non del tutto nuova ai meno giovani: già nel 1994 si è assistito a qualcosa di simile quando lo stesso partito fece crollare il primo governo Berlusconi. Il Senatùr si dice pronto a ripetere la stessa mossa. Stamattina il Presidente della Repubblica ha invitato il Cavaliere e tutto il Consiglio dei Ministri a definire gli annunci che aveva fatto in vista del prossimo incontro con i Capi di Stato dell’Unione Europea. Come se non bastasse il Financial Times ha portato in evidenza che se il nostro Paese non prenderà decisioni serie è molto probabile che possa essere “commissariato” direttamente da Bruxelles. Questa sarebbe la cosa peggiore per un paese fondatore dell’Ue e della moneta unica come il nostro.


In conclusione in questi tre giorni di intenso lavoro da parte delle nostre massime autorità non siamo riusciti a risolvere nessuno dei grandi problemi che affliggono l’Italia. Domani, al vertice europeo, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si presenterà con in mano solo una lettera. Il nostro futuro è nelle mani degli altri stati europei. La nostra immagine internazionale non ne resterà indenne neanche stavolta.